Sin da piccola ho contemplato i papaveri con curiosità. Era come se li guardassi con gli occhi del cuore. Li vedovo fragili, trasparenti guizzanti ma stanchi, chini al cospetto del cielo.
Ancora oggi mi lascio trasportare dalla loro semplice eleganza, delicata e trasparente, la bellezza di un oblio che calma. Ammirandoli posso lasciare andare ogni aspettativa del domani. Mi fanno pensare a tutti quelli che vivono inseguendo il tempo perdendosi le sfumature della vita, i chiaro scuri, i contrasti, la realtà vera! Preoccupati e tristi, abbiamo l’abitudine di sottrarci al presente, non possiamo goderci l’adesso, perché la mente lo ha preso in ostaggio. queste parole possono essere urticanti per chi vive nel dolore, urtanti per chi non riesce a barcamenarsi nella propria vita.
Dovremmo fermarci come i papaveri in un campo, per riprendere le forze, per riposare e respirare la bellezza che abbiamo attorno. Senza nessuna resistenza si piegano al vento, e sono talmente leggeri che si flettono per poi risalire. Il mio pensiero così si perde fino a scomparire tra i loro lunghi steli e le corolle.