Il dolore, sia esso fisico, mentale, emotivo o spirituale, è la voce interiore, che ci aiuta a prendere coscienza del momento presente. Il dolore ci offre la possibilità di apprezzare il benessere e la gioia, di comprendere di cosa realmente abbiamo bisogno. Purtroppo, ancora molti interpretano il dolore come sfortuna, oppure danno la responsabilità al mondo esterno, ai fatti e alle persone che li circondano, sentendosi sovente derubati di qualcosa che forse neanche loro comprendono. Ciò che ci mantiene in vita è la forza vitale, alimentata e gestita, secondo la tradizione cinese dallo Shen (spirito), dote affidataci dal cielo ed in parte ricavata dall’interazione con la vita stessa. Se il cuore nella sua dimensione sottile ed eterea, durante il percorso terreno riesce a mantenere la forza del suo Shen e ad osservare la vita con occhi lucenti anche di fronte alle circostanze difficili, il proprio potere interiore tenderà ad aumentare, facendoci dono della vera saggezza, riportandoci all’armonia, alla guarigione e all’evoluzione, che è lo scopo fondamentale della vita terrena.
Quando il dolore perde la vista, comincia a sferrare attacchi incoerenti alla vita, percuotendo la propria anima e radendo al suolo tutto ciò che tocca.
Ed ecco che il dolore si trasforma in odio, in guerra, in gelosia e invidia. La frustrazione e il diniego alla propria anima contribuiranno a diffondere energia inquinata, portando scompiglio, dubbio, pettegolezzo, disordine e disarmonia ovunque questi entreranno. Cattiveria, malignità, bigottismo, si sentiranno ben accolti da quest’ospite pienamente disorientato e fragile, facendogli credere di dargli potere glielo sottrarranno, un potere che non corrobora ma distrugge. Credo sia necessario ascoltare il proprio dolore o farsi aiutare da un facilitatore che abbia esperienze psico-spirituali, e che sappia entrare in contatto con il mondo inconscio di chi soffre, per aiutarlo a tradurre e sciogliere le memorie cristallizzate e stratificate in quel mondo interiore che nasconde storie infinite.